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Oggi, 20 settembre 2020, la Rifondazione Comunista di Padova, in un comunicato (che tra poco allego), esegue la sua liturgia di commemorazione che ne vanta (ipocritamente secondo il mio pensiero) il suo spirito libero senza mai, il suo partito, porsi in atteggiamento critico con se stesso per non aver saputo trattenere a se menti libere come la Rossanda. Ricordo ancora benissimo la sua aspra presa di posizione contro il PC di allora che aveva avallato, servo del Soviet (forse per farsi perdonare la stagione fulgida ma iconoclasta dell'Euro Comunismo di Berlinguer), l'invasione della Cecoslovacchia che culminò, in quel tragico 16 gennaio del '69, con la morte di Jan Palach per essersi cosparso di benzina e dato fuoco a Praga in piazza San Venceslao. La Primavera di Praga si stava compiendo.
Senza Rossana Rossanda ci sentiamo oggi più soli. È stata un punto di riferimento imprescindibile. La perdita della compagna Rossana Rossanda priva l'intero paese di una delle più grandi militanti e intellettuali della sinistra e quindi della democrazia. Per chi non rinuncia a dirsi comunista lascia un'eredita' preziosa di pensiero critico, complesso, appassionato, libero indispensabile per affrontare questi tempi di sconfitta e fuga nelle semplificazioni e nelle abiure. La sua lunga storia di "comunista ortodossa" come ultimamente ha preferito definirsi pur avendo, prima di molti altri e in maniera eretica, compreso la crisi del socialismo reale e la necessità di leggere la realtà, le trasformazioni del capitalismo e la stessa classe senza partire da dogmi predefiniti. Ci mancherà la sua lucidità puntuale, spesso scomoda e controcorrente, la mai sopita criticità non solo verso il pensiero dominante ma anche verso gli identitarismi settari. Mentre il grosso della sinistra italiana abbandonava il terreno del socialismo e del comunismo l'eretica Rossanda ne difese la storia e le ragioni di fondo proprio perché la critica mai manichea e la riflessione l'aveva praticata in anticipo. E così fu anche per i movimenti del lungo sessantotto italiano. E sulle pagine del Manifesto in maniera mai codina ha saputo interpretare e interloquire con tutti i movimenti sempre col coraggio di andare controcorrente mettendo in guardia dalle mode superficiali.
La maniera con cui ha riflettuto sulla storia dei comunisti rappresenta un esempio eccezionale di rigore.
Ci mancherà la sua intransigenza intellettuale e morale, la sua combattività inarrestabile, la sua scelta di restare sempre e comunque "dalla parte del torto". Grazie Rossana per tutto quello che sei stata capace di insegnarci.
La segreteria nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea
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