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FUORI DAL CORO
Con grande enfasi e con piena soddisfazione bipartisan è stata accolta dal CIO la proposta di tenere le olimpiadi invernali 2026 a Cortina e Milano. La soddisfazione è grande per Zaia come per Sala. Tutto il Palazzo della politica festeggia a reti unificate, presidente della Repubblica incluso.
In tutta la narrazione sulle Olimpiadi invernali, da parte dei principali protagonisti, una cosa è stata accuratamente oscurata: Milano-Cortina e Stoccolma si sono trovate a competere perché tutte le altre città/sedi che si erano proposte si erano via via ritirate. Il fuggi fuggi è stato pressoché generale non appena fatto il calcolo costi/benefici, la valutazione sui diversi impatti, anche ambientali, delle opere necessarie, il bilancio delle passate Olimpiadi Invernali. Stoccolma rimase in campo per volontà del governo nazionale e con scarso entusiasmo del governo cittadino.
In Italia invece, paese dalla memoria corta, l'entusiasmo per le grandi opere e i grandi eventi è assolutamente bipartisan: centrodestra e centrosinistra, con Mattarella a officiare i riti di ringraziamento.
Il Veneto, la nostra montagna, hanno bisogno di altro piuttosto che di grandi eventi, che lasciano pochi soldi nel territorio, nelle tasche dei soliti noti, e che non risolvono le cause strutturali dell'abbandono delle popolazioni nelle aree marginali, e molto spesso hanno come ricaduta debiti e opere inutili o in seguito scarsamente utilizzate. Lo sport popolare e di massa non ha bisogno di grandi eventi, ha bisogno di interventi pubblici, di politiche di sostegno che lo rendano praticabile e fruibile a tutte e tutti, che sia partecipato, vissuto in prima persona.
Oggi non abbiamo niente da festeggiare, ma avremo sicuramente un conto salato da pagare.
Rifondazione comunista Veneto
Comitato veneto No-Olimpiadi invernali.
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